GLI ANNI DI CARLO LEVI A ROMA: ROBERTO MELLI
Giovedì 29 marzo 2018, alle ore 18.30, si inaugura ad Aliano, in Palazzo Di Leo, la mostra dedicata a un esponente di spicco della cultura del Novecento: Roberto Melli.
Più di cento opere, tra sculture, pastelli, disegni, xilografie, datate 1906 – 1956, selezionate da Giuseppe Appella, ripercorrono l’intero arco della produzione artistica di Melli, dalla ricerca d’avanguardia degli anni liguri nel primo decennio del secolo al tonalismo della lunga stagione romana, attraverso la dura esperienza delle leggi razziali del 1938 che obbligarono l’artista, di fede ebraica, ad una forzata marginalità.
Agli studi preparatori per dipinti e sculture si affiancano i celebri studi romani di rione Testaccio, ritratti, autoritratti e sorprendenti progetti per cornici, sovraccoperte di libri, copertine editoriali. Una rassegna ampia ed intima, che svela il serio e ispirato lavoro dell’artista e traccia mezzo secolo di incontri, di esperienze, di difficoltà, non solo economiche, di impegno morale, trasferiti nel disegno che, proprio attraverso questi lacerti, evidenzia la parte considerevole avuta da Melli nella crescita dell’arte contemporanea, non solo italiana, e i rapporti con Carlo Levi. Per questo, anche con l’ausilio di immagini e documenti inediti, viene ripercorsa la vita dell’artista nei suoi tre momenti fondamentali: Ferrara (dove nasce nel 1885, frequenta lo studio del pittore Laurenti e dello scultore Minerbi); Genova (dove arriva nel 1902 con la mamma, i fratelli e Rina, la sorella primogenita, che dirige “Eva”, giornale di donne socialiste, collabora all’ “Avanti”, è impegnata nelle lotte sindacali con il marito Paolo Maranini, giornalista de “Il Lavoro” nella cui redazione Melli incontra Ceccardo Roccatagliata Ceccardi tramite il quale entrerà nel gruppo di artisti e letterati quali Nomellini, Giribaldi e Mandrino, si legherà d’amicizia con Ernesto Codignola poi marito della sorella Anna Maria, inizierà la collaborazione a “Ebe”, stringerà amicizia con Ettore Gozzani e l’ambiente de “L’Eroica”, parteciperà alla mostra di Levanto con le prime sculture in legno, cera e gesso); Roma (dove si trasferisce nel 1911, sarà protagonista dei grandi avvenimenti che portano la città all’attenzione del mondo artistico internazionale: “Secessioni”, “Valori Plastici”, manifesto “Del primordialismo plastico” firmato anche da Ciliberti, Cavalli, Cagli, Capogrossi e Sclavi nel 1933, “Galleria della Cometa”, insegnerà pittura all’Accademia di Belle Arti, pubblicherà nel 1957, l’anno prima della sua morte, una raccolta di poesie intitolata Lunga favolosa notte).
Carattere libero e indipendente, negli anni romani conferma il suo fastidio per quanto nega il principio della forma, dello stile, di una nuova realtà dove la luce-palpito emozionale ha una funzione decisiva, come lo spirito idealizzante, la tensione spirituale, la scelta tonale, mai disgiungendo le sue particolari vicende umane (verrà privato, perché ebreo, negli anni della “difesa della razza”, dei diritti civili e quindi della possibilità di esporre) dal suo lavoro costantemente ricco di qualità innovatrici.
Notizie biografiche
Roberto Melli nasce nel 1885 a Ferrara. Tra i suoi maestri, il pittore Nicola Laurenti e lo scultore Arrigo Minerbi. Nel 1902 si trasferisce con la madre a Genova iniziando a lavorare come apprendista presso un intagliatore in legno e realizzando le prime xilografie; è a Genova, inoltre, che nel 1910 tiene la sua prima mostra personale. Le tre sculture esposte si riferiscono a questo periodo, il momento iniziale della sua ricerca plastica. Si vede subito, nella cera che a fianco allinea i disegni preparatori, come abbia capito il lavoro di Medardo Rosso, il solo capace di risolvere in scultura il problema illuministico dell’impressionismo. Nelle due terrecotte, invece, appare chiara l’idea del monumento cimiteriale, la struttura tesa a sfruttare l’idea della scultura romana come cippo alla memoria. Nel 1911 è a Roma. L’ambiente romano risente di un clima stagnante, tutto rinascimento, decorazioni e retorica. Attraverso Giacomo Balla, Modigliani e Severini, arrivava qualche eco di ciò che era avvenuto e stava avvenendo fuori dall’Italia. Melli ne sente subito i fermenti. Con Modigliani, Gino Rossi, Umberto Boccioni e il gruppo dei futuristi, è tra gli artisti che più si rende conto dell’urgenza di un rinnovamento. Pur rimanendo in Italia, a Melli basta uno spunto, un’illuminazione che gli venga dalla riproduzione di un quadro di Cézanne o dalle notizie delle imprese dei “fauves” e dei cubisti per essere stimolato a cercare nuove vie. Aderisce alla “Secessione romana”, ad opera di una trentina di artisti pronti ad uscire dalla Società degli Amatori e Cultori accusata di non essere in grado di coagulare intorno alla città di Roma le presenze internazionali necessarie per produrre un autentico rinnovamento delle arti. Nel 1918 è tra i fondatori della rivista “Valori Plastici”, insieme a Mario Broglio, Carrà, De Chirico e Morandi. “Valori Plastici” svolge un’importante funzione di aggiornamento sulle esperienze artistiche europee, dal cubismo all’astrattismo fino al neoplasticismo. Nel contempo, dà spazio a collaboratori rivolti al recupero della tradizione. Melli non ne condivide l’orientamento verso il ritorno all’ordine sostenuto dalla politica culturale del regime fascista e, qualche anno dopo, dal cosiddetto “Novecento”. Nel corso degli anni Venti l’artista segue varie strade, occupandosi anche di cinematografia e cartellonistica. Solo all’inizio degli anni Trenta si riavvicina all’ambiente artistico romano, riprende a interessarsi di arti figurative, dapprima in veste di critico e poi anche come pittore. Nel 1933 sottoscrive il “Manifesto del Primordialismo Plastico” che attribuisce al colore valore assoluto nella resa architettonica del dipinto e nell’essenzialità delle forme. In questi anni e nel pieno della sua maturità artistica, Melli viene considerato un maestro dai giovani pittori romani. Le ragioni le troviamo tutte nei disegni, chiaro riferimento alle opere esposte a Levanto nel 1912, alla II Esposizione Internazionale d’Arte della “Secessione” (Roma, 1914), a Hannover, Amburgo e Dresda nel 1921, alla Fiorentina Primaverile (Firenze, 1922), nelle personali alla Galleria della Cometa (Roma, 1936), alla Redfern Gallery di Londra nel 1946, alla Galleria del Secolo (Roma, 1947), a La Strozzina (Firenze, 1950), alla Galleria Gianferrari (Milano, 1950), alla XXV e XXVII Biennale (Venezia, 1950 e 1954), alla Saletta degli Amici dell’Arte (Modena, 1951), alla Vetrina di Chiurazzi (Roma, 1953), a La Medusa (Roma, 1956), al Centro Culturale Olivetti (Ivrea, 1956), all’Ente Premi Roma (Palazzo Barberini, Roma, 1957). Muore a Roma nel 1958 e nello stesso anno la Galleria Nazionale d’Arte Moderna gli dedica una grande mostra antologica.
La mostra sarà inaugurata da Patrizia Minardi, Responsabile Ufficio Sistemi Culturali e Turistici. Cooperazione Internazionale, dai Sindaci dei quattro paesi ACAMM (Aliano, Castronuovo Sant’Andrea, Moliterno, Montemurro) e dai curatori dei Musei facenti parte del Sistema. Resterà aperta fino al 23 giugno 2018, tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle ore 11.00 alle ore 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00.
Per informazioni: Tel. 0835/568529 Parco Letterario Carlo Levi Aliano